Lo dirò subito, questa è una storia a lieto fine.
Preferisco specificarlo in anticipo perché non vorrei che alcuni dei lettori, presi dallo sconforto nel sentire narrate vicende tanto inquietanti, rinunciassero ad arrivare fino in fondo preferendo non sapere che fine ha fatto la loro amichetta silvia, ragazza tanto cara prima che affogasse nelle acque calcaree di casa sua.
Che amarezza svegliarsi una mattina con un forte giramento di testa, nausea e mal di stomaco, e finire col piedino - protetto solo da una inefficace pantofolina di ikea - nel nuovo laghetto nato nottetempo tra il termosifone accanto alla finestra e il mobile tv del monolocale!
Che brutto constatare che la geografia della nostra casa è cambiata, e lì dove c'erano pianure sorgono ora laghi, mentre, forse, nuove montagne si creano tra i legni del parquet che tanto amavano e che ci piacevano un sacco così com'erano!
Che fatica fare avanti e indietro dal bagno per asciugare litri e litri d'acqua, con la nausea che nel frattempo è peggiorata e ci rende ancor più estenuante la già estenuante operazione di asciugatura!
...Ma che soddisfazione far entrare in casa l'idraulico e sentirlo complimentarsi per l'ingegnoso sistema di scolo messo su (sotto consiglio di paoletto) per indirizzare la perdita verso un adeguato recipiente!
Insomma, esco da una pesantissima settimana di convivenza con le goccioline del termosifone, che cadevano giù dal rubinetto di quest'ultimo e che sono andate vicine ad avere la meglio su di me.
Lo strazio di questo ticchettio - che, come mi ha fatto notare oggi luisa al telefono, evoca il linguaggio alieno e quindi è già di per sé malvagio - mi ha accompagnato notte e giorno da sabato scorso, impedendomi di andare tranquilla al lavoro o di dormire la notte senza la paura che mi sarei risvegliata, l'indomani, con una geografia ancora nuova dentro casa.
Per fortuna oggi l'idraulico, bontà sua, si è degnato di venire a riparare la perdita, dopo che ieri mi ha dato buca per oscuri motivi e mi ha costretto ad un'altra notte di convivenza con le goccioline.
Per sopravvivere alla presenza acquatica coatta sabato, alle due del mattino, ho dovuto seguire il consiglio di paoletto, che mi suggeriva di controllare il ticchettio collegando la zona di formazione della gocciolina ad un pezzo di filo per cucire, e facendo scendere quest'ultimo giù giù fino al recipiente dove raccoglievo l'acqua. Questa scelta si è rivelata particolarmente felice non solo perché ha evitato il tic tic notturno - o quantomeno lo ha attutito - ma soprattutto perché, permettendomi di reindirizzare la caduta delle goccioline verso il secchio grande del mocho vileda, mi ha concesso una autonomia di una decina di ore tra uno svuotamento e l'altro del recipiente, e non solo di poche ore come sarebbe stato con l'unica ciotola che entrava sotto il termosifone.
Gli ultimi due giorni la situazione è stata ancora più drammatica, perché la gocciolina ha partorito e ha prodotto una gocciolina figlia proprio accanto a sé. Quest'ultima, nonostante la tenera età, si è dimostrata capacissima di ripetere le azioni infestanti della mamma, e si è messa a gocciolare allegramente dal bullone accanto al rubinetto di controllo. Il nuovo arrivo ha richiesto quindi la creazione di un secondo sistema di scolo, posizionato accanto al primo, che per fortuna si è rivelato altrettanto efficace.
Va detto che la sfortunata occorrenza ha avuto l'effetto positivo di farmi capire la vera natura di alcuni oggetti che avevo dentro casa.
Il secchio del mocho non è il secchio del mocho, ma un raccogli-goccioline-ad-alta-capienza, grazie al quale la durata dei miei sonni è stata mantenuta su valori accettabili, senza subire l'assalto di improbabili sveglie per svuotare le ciotoline poco capienti.
Il filo da cucire non è filo da cucire, e la sua natura non è quella di reggitore-di-lembi-di-vestiti-tagliati, ma è una guida-per-goccioline-che-tentano-di-costruirsi-una-nuova-vita-al-di-fuori-del-termosifone!
Ma soprattutto (e qui la gioia è stata massima): la strana mattonella gialla a forma di disco con il pesce sopra, che avevo comprato a genova l'anno scorso senza sapere che cosa fosse - ho passato un anno a trattarla come poggia-macchinetta-del-caffè-bollente, che scema! - in realtà non è altro che un reggi-fili-attraversati-da-goccioline-nel-secchio-pieno-d'acqua!
Che bello aver capito in profondità la natura di questi curiosi oggetti che tenevo in casa: è proprio vero che spesso siamo superficiali nel giudicare ciò che abbiamo davanti.
Voglio chiudere questo post con una nota di ottimismo, confessandovi che non tutti gli abitanti di casa mia sono stati scossi da questo drammone idraulico. Qualcuno è stato anche felice.
Parlo della mia orchidea caterina che, tratta in inganno dalla fortissima umidità che lo sgocciolare continuo ha prodotto nel nostro piccolo appartamento, ha creduto che, in questo curioso stralcio di amazzonia nel cuore di parigi in cui si trova a vivere, fosse arrivato il periodo delle piogge, e ha cominciato quindi a fare i getti nuovi. Che bellezza, non vedo l'ora che fiorisca di nuovo! Produce dei fiori così incantevoli, quando ci si mette, che rendono accettabile ogni pena idraulica o climatica patita. La mia tosse non è d'accordo, ma pazienza: domani comprerò lo sciroppo.
Il sistema del filo è fantastico! Il parquet è sopravvissuto?
RispondiEliminaYes, the parquet survived! Probably because it is a fake parquet, actually...
RispondiEliminaAs to the "pipeline" system, I was so proud in having compliments from the plumber!