sabato 21 gennaio 2012

Dalla parte delle vecchiette

No. In certi casi non si può proprio stare dalla parte delle vecchiette.

Proprio l'altro giorno ho avuto modo di toccare con mano, nell'arco di pochissime ore, molte delle features che caratterizzano l'essere vecchietta oggi; uno stato di esistenza pieno, sì, di saggezza, esperienza e amore, ma corredato purtroppo anche di disagevoli forme di prepotenza.
Il top di questa negatività mi si è palesato davanti, limpido e splendente, nella sala di attesa dell'ospedale, dove l'incontro/scontro tra due signore di una certa età, svoltosi alla luce del giorno di fronte agli occhi ignari degli avventori di quel reparto, si è rivelato per quello che davvero è: una lotta tra titani.

Una delle due - la chiameremo vecchietta numero 1, Vn1 - era in attesa del suo turno di visita già da un po' quando, in modo apparentemente innocuo, è apparsa una seconda vecchietta (vecchietta numero 2, Vn2) che, con fare inquisitorio, ha domandato se il Dottor TalDeiTali ricevesse in sala 2.
Ora, il Dottor TalDeiTali veramente riceveva in sala 2, e questa realtà era evidente a tutti gli astanti, vecchietta numero 1 compresa.
Qui l'astuzia geriatrica ha dato il meglio di sé. Con piena nonchalance, esibendo la sicumera di chi è addentro a queste cose, Vn1 ha risposto: no! Il dottore non riceve in sala 2!, allontanando in tal modo la rivale, che si è incamminata per altri lidi o altri reparti alla ricerca di questo benedetto medico (quando servono non si trovano mai).

Insomma, le vecchiette si depistano, e attuano queste crudeli strategie senza un minimo di pietà, convinte in tal modo di massimizzare il tempo che il servizio sanitario nazionale dedica loro e misteriosamente consapevoli del fatto che, nonostante il marmoreo ordine di visita definito dall'accettazione, smaltire le code eliminando la vecchietta col numero n porterà indubbio beneficio alla vecchietta col numero n-15.

Altra brillante performance da vecchietta è stata quella a cui ho assistito, stavolta con terrore, alla fermata dell'autobus.
Quella linea disgraziata non passava da 35 minuti, fatto questo che, al di là del disagio che può creare a un povero cittadino, non avrebbe avuto conseguenze drammatiche se non ci fosse stata una vecchietta lì che la aspettava.
Nel momento in cui arrivavo alla fermata, erano lì presenti la suddetta vecchietta - Vn3, n.d.p. (nota della pecorella) - una signora filippina che parlava filippino al telefono e tre controllori appena sopraggiunti.
Dopo qualche minuto di indagine visiva, la Vn3 si è avvicinata ai controllori e, fingendo un'aria apparentemente affabile, ha chiesto loro, quasi con grazia: ma come mai il 791 non passa da 35 minuti? E' successo qualcosa?
Questi, un po' spiazzati da tanto garbo ma - ne sono certa - consci del pericolo in agguato, hanno risposto molto cortesemente che c'era un po' di traffico e l'autobus sarebbe sopraggiunto a momenti, scusandosi cortesemente per l'eventuale disagio arrecato a Vn3. Vn3 si è mostrata comprensiva e non ha insistito ulteriormente. Volendo poi essere gentile, uno degli ispettori le ha chiesto dove fosse diretta, proponendosi per la ricerca di eventuali tragitti alternativi che potessero alleviare la situazione spiacevole. E qui Vn3 si è lanciata in un elegante esercizio di tautologie, dichiarando in modo inoppugnabile che era diretta dove arrivava il 791.
L'ispettore ha tentato ancora una volta di stimolare una minore autoreferenzialità, ma dopo aver ricevuto nuovamente in risposta la dichiarazione: "devo andare dove arriva il 791", questi ha vigliaccamente affermato: "Allora deve prendere il 791, sì".
A questo punto ha avuto luogo il secondo colpo da maestra cui ho avuto l'onore/onere di assistere in poche ore.
Vn3, senza colpo ferire, ha ringraziato per l'informazione e si è allontanata apparentemente mansueta, tornando col suo carrellino esattamente di fronte al palo giallo della fermata, come per esibire un'ineccepibile condotta.
Confesso di essere rimasta un po' sorpresa: era la prima volta che una ragionevole spiegazione come "c'è traffico, è tutto bloccato" soddisfaceva una vecchietta con carrellino. Tracce di redenzione per le sorti del paese, chissà.

Insomma, dopo altri 15, disgraziati minuti è arrivato il 791. Confesso che ho avuto un po' paura. Ho individuato furtivamente la porta da cui stava salendo Vn3, e sono salita da quella da essa più distante, sperando che il mare di gente tra noi mi salvasse dal temporale che si stava per abbattere sul povero autista.
Il mare non era abbastanza ampio.
Non appena Vn3 è salita, si è recata con il ritrovato vigore dei suoi 20 anni verso la cabina del conducente, ha gettato via la maschera della mansuetudine e ha cominciato ad urlare: "Ma è mai possibile che io debba aspettare 50 minuti l'autobus??? E'????????Le sembra possibile?? Si può sapere che cosa fate al capolinea? Lo so io che cosa fate, vi bevete il caffè e parlate di calcio!!"...e giù improperi su improperi.
Nel frattempo, tutta la prima parte della carrozza si era svuotata e tutti, dico tutti, si erano alzati per cedere il posto a sedere alla vecchietta del terrore. Tra questi, c'era un povero, anziano signore dall'aria rassegnata, un vecchietto mansueto con nello sguardo la consapevolezza dell'inutilità di ogni forma di reazione e protesta; certezza forse dettata da una vita passata con un'analoga vecchietta, Vn4, che in quel momento lo aspettava irosa a casa mentre lui, innocente e colpevole, tardava a rientrare con la spesa a causa di un traffico che non aveva in alcun modo potuto causare.