Chi mi conosce lo sa: il mio grande cruccio sono gli alieni.
Che ci posso fare, mi stanno antipatici e mi fanno paura.
Per carità, il giudizio - nella sua estrema infondatezza e vanità - è del tutto effimero e personale, ma è tremendamente radicato in me e non posso esimermi dall'esprimerlo.
Ciò che più mi turba, in realtà, è che gli alieni mi rapiscano a scopi di studio. Mi scoccerebbe un sacco. Porca la miseria, uno fa tanto per costruirsi una vita gradevole, interessante, densa di rapporti umani stimolanti e appaganti e poi - tac! - arrivano gli alieni, ti rapiscono e tutto finisce. (Tra l'altro, cari amici alieni, sappiate che se mi rapite fate una cosa due volte stupida: uno perché non ho alcuna intenzione di collaborare: sebbene capisca in profondità la vostra curiosità scientifica e la nobiltà, da un certo punto di vista, della vostra causa, il disappunto per il rapimento mi renderebbe davvero impercorribile una qualunque forma di cooperazione; due: tempo che mi rapite sono morta di crepacuore alla vostra vista, perciò l'unica funzione a cui potrei esservi utile è uno studio sull'anatomia umana. Già qualcosa, direte voi, ma secondo me il gioco non vale la candela.)
La mia posizione nei confronti degli alieni, comunque, non è stata sempre questa. Fino a qualche anno fa non mi preoccupavo troppo della vita extraterrestre e delle ripercussioni che questa poteva avere su di noi. Vivevo felice e spensierata e pensavo solo ai terrestri.
I miei rapporti con gli alieni si sono incrinati nell'estate del 2003, mentre ero al cunchele per riposare dopo la laurea e per preparare l'esame di dottorato. Meteorologicamente quella è stata l'estate più calda che si ricordi: a roma non era possibile sopravvivere, e anche su ad asiago il caldo era veramente forte, tanto che la notte si dormiva male e si sudava molto.
Proprio durante una di queste notti disturbate ho cominciato a sognarmi gli alieni: erano incubi davvero brutti, e mi svegliavo spesso di soprassalto col batticuore, senza riuscire a riprendere sonno per lo spavento. Ricordo ancora il primo sogno: ero nella casa a roma di silvia - la mia amichetta di terni (nonché cameriera di ronnie) che allora viveva lì- e ad un certo punto era chiaro che gli alieni stavano arrivando con intenzioni non pacifiche; noi non so che cosa facevamo, forse uscivamo sul terrazzo - stupide, così quelli ci potevano afferrare ancora meglio coi loro raggi traenti e trasportarci sull'astronave! - e poi ci mettevamo a parlare con la vicina del piano di sotto (personaggio di pura provenienza onirica: può anche darsi che silvia abitasse al primo piano). Il sogno finiva con noi che preparavamo la valigia o uno zainetto: probabilmente avevamo deciso di ottimizzare la situazione e volevamo quantomeno partire per il pianeta degli alieni preparate. Una vera signora si distingue soprattutto durante i rapimenti alieni.
A quel primo incubo ne sono seguiti altri durante i giorni successivi, tutti popolati da quei cavolo di alieni bianchicci (a quel tempo erano bianchi, mentre ora me li figuro verdi) e un po' bassetti, e ho passato un paio di settimane di grandissima agitazione notturna. Sarà stato lo stress per il dottorato, chissà.
Altra origine dei miei dispiaceri extraterrestri: il film "signs", con mel gibson, dove l'arrivo degli alieni è preannunciato dalla comparsa di strani simboli nei campi di grano.
Quegli alieni mi colpirono così tanto e mi fecero così paura che la loro morfologia - umanoidi di colore verde - e soprattutto il loro linguaggio (una specie di ticchettio, per me irriproducibile, che il mio affezionato amico francesco mi ripete in continuazione per appesantire le mie già pesanti preoccupazioni al riguardo), hanno preso il posto degli alieni bassi e bianchi dei primi incubi, ed ora per me l'istanza dell'alieno è proprio quella: una specie di umanoide alto e bitorzoluto, di colore verde, che parla a ticchettii.
Ho riflettuto molto su questa paura. Ovviamente è una risposta del tutto irrazionale in cui la mia mente incanala agitazioni, preoccupazioni e disagi che inevitabilmente popolano le nostre testoline, e ogni qual volta provi a razionalizzarla assaporo con un certo divertimento le peculiarità di questa mia scelta inconsapevole. Nel processo di razionalizzazione mi dico che, sebbene sia abbastanza convinta - attraverso un ragionamento puramente statistico - che la vita extraterrestre esista (anche se a tal proposito sarebbe necessaria una lunga riflessione sulla definizione di "vita"), credo che, qualora i nostri coinquilini sviluppassero una tecnologia e, soprattutto, una spinta conoscitiva tale da potere/volere esplorare lo spazio ed essere in grado di raggiungerci, allora sarebbero in grado di comprendere che ad ottimizzare il loro risultato sarebbe sicuramente una pacifica cooperazione con gli umani, al fine di stabilire un piano di studio reciproco che possa permettere un arricchimento culturale ad entrambe le specie.
Inoltre - sempre nell'ottica della massimizzazione del risultato - credo che gli alieni avrebbero il buon gusto di annunciarsi: potrebbero contattare, che so!, l'ONU, la CIA o qualunque altro organo sovranazionale o nazionale che possa fornire loro una adeguata interfaccia con la popolazione terrestre e, soprattutto, organizzare una ben strutturata cerimonia di benvenuto. Insomma, non mi interessa se vogliano venire per un mese, per anni, se vogliano cooperare e arricchirci culturalmente o approfittare di noi: l'importante è che si annuncino. Soprattutto non vorrei che venisse loro in mente di presentarsi un giorno a casa mia e chiedermi di mediare per loro con i terrestri: NO NO E POI NO. Io non voglio essere vostra intemediaria, signori alieni; non mi interessa la fama e l'appagamento intellettuale che questo comporterebbe, rinuncio ad ogni tipo di informazione diretta - mi accontenterò di quelle manovrate e reimpastate dei giornali - perciò non contate su di me. Anche perché morirei di crepacuore appena mi trovassi davanti uno di voi.
La statistica mi conforta, in fondo: perché dovrebbero scegliere proprio me?
A tal proposito ale mi prendeva sempre in giro dicendo che secondo lui invece mi dovevo proprio preoccupare perché con buona probabilità gli alieni sarebbero stati attratti da me dato che ho la pecorella, e questa li avrebbe senz'altro incuriositi.
Chiudo con una felice considerazione sull'azione terapeutica che ha la scrittura. Dopo la stesura e la pubblicazione di questo post mi sento enormemente più tranquilla, e non solo perché la confessione e l'esternazione dei propri timori è sempre il primo passo verso la loro risoluzione, ma perché, da un punto di vista meramente pratico, penso che il giorno che gli alieni decidessero di rapire qualcuno si documenterebbero prima sullo sciagurato, studiandone azioni, abitudini e idee, e dunque, nel mio caso, si imbatterebbero nel mio blog e i loro sette occhi cadrebbero senz'altro sul post che ho dedicato loro, il cui contenuto li scoraggerebbe dallo scegliere me per i loro pur nobili studi.
Altra riflessione di conforto. Ma chi ha detto che se gli alieni venissero sul pianeta terra si interesserebbero prima di tutto alla specie umana? Siamo ancora così vittima del nostro sfrenato antropocentrismo? Magari questi archivierebbero la nostra specie come robaccia da quattro soldi, troppo implume e debole per essere interessante, e concentrerebbero la loro attenzione, che so, sui coccodrilli, sui tacchini o sui rinoceronti. Insomma, su una qualunque altra specie...eccetto i piccioni. I piccioni no. Quello mi farebbe proprio girare le scatole.
Tic tic tic tic!
Mi pregio di essere il primo a commentare il post sugli alieni; mi spiace, cara pecorella, ma secondo me, a chi tocca, non s'ingrugna, ed essendo io (ebbene sì, lo confesso) il tramite con la forza di sbarco e colonizzazione dei nostri prossimi padroni venusiani (per inciso, sono tali e quali a dei grossi piccioni - infatti i piccioni terrestri li hanno lasciati loro per tenerci d'occhio), ti dico che ti ho personalmente iscritto nelle liste di prelevamento coatto, alla voce "esemplare di femmina umana litighina e capricciosa, di precipuo interesse tricologico-dialettico".
RispondiEliminaTi dico subito che il post sui piccioni ha fatto arruffare non poche penne in alto loco sul pianeta natale degli alieni, quindi ho la netta sensazione che non ti risparmieranno gli esami più "approfonditi"... :)
Fino al prelevamento, scrivi più che puoi, che il tuo blog è davvero spassoso!
F.
Infatti il tic-tic-tic lo fanno battendo con il becco...
RispondiEliminaallora ti sconsiglio fortemente District 9 (dalla cui visione sono scappata anch'io, che non temo tanto gli alieni quanto gli sbudellamenti...). Invece magari Avatar ti riconcilierebbe con gli alieni: sono belli, agili, ecologici, tutti blu... :)
RispondiEliminafino ad ora non avevo più di tanto paura, adesso, invece, ho l'angoscia. Ti ringrazio.
RispondiEliminaChe poi io che mi metto a prendere lo zainetto per andare con loro...ma sei fuori??? Al massimo ci avrei litigato subito, tanto per mettere le cose in chiaro. Poi credo che sarei morta con te.
Credo che passerò una notte agitata anche io ora, mi sa che mi hai trasferito le tue paure...