mercoledì 16 dicembre 2009

la gioia del caffè

Avete presente quando, cinque, dieci minuti dopo aver preso il caffè, sentite improvvisamente dentro di voi una grandissima forza, la sicurezza che farete tutto il fattibile nel pesante - ma, a pensarci ora, meraviglioso - pomeriggio lavorativo che vi attende, che finirete i mille progetti che avete in sospeso, vi laureerete entro la serata se non lo avete ancora fatto, finirete i lavori a casa, farete la spesa, smaltirete la posta arretrata - ah, che gioia la posta arretrata: tanta gente che ci vuole bene... - e in più farete tante buone azioni perché se siete felici voi devono esserlo anche gli altri e il mondo tutto, grazie ai vostri sforzi, diventerà (sempre entro la serata) un posto stupendo?
Ecco, quello è l'inganno e il disinganno della gioia del caffè.

Non avendo che scarsissime nozioni di chimica non posso porre basi scientifiche al mio ragionamento ma, da quanto mi dice ele (che, in quanto farmacista, di chimica e di stupefacenti capisce eccome) è probabile che un tale stato d'animo sia innescato dal caffè e dalle sostanze che contiene.

Ho cominciato ad identificare il fenomeno dentro di me nel corso degli ultimi anni: sia che fossi all'università, sia che stessi passeggiando, sia che fossi in compagnia di un amico, c'era sempre un momento, dopo aver preso il caffè, in cui sentivo una spinta, una forza, una gioia così intense, davanti alla prospettiva del pomeriggio che avevo di fronte, che non potevo che dirmi...felice. Tutto era bellissimo. Potevo fare davvero ogni cosa.

La periodicità del fenomeno, la chiara relazione tra il suo manifestarsi e la precedente assunzione di caffè, un campione - scientificamente quasi impossibile - formato dal 100% di casi positivi, mi ha fatto compiere il salto, azzardare l'identificazione di un rapporto di causa-effetto e proporre una teoria: tutta questa gioia viene dal caffè.

Purtroppo, la gioia del caffè inguaia anche.
Può infatti accadere che, durante quei minuti di paradiso, suoni il telefono o qualcuno bussi alla porta: potrebbe essere il capo che ti affida un incarico, un collega che ti chiede un aiuto o un amico che ti propone qualcosa. Come si fa a non accettare, in preda ad uno slancio furioso, qualsiasi responsabilità, a non promettere mari e monti, a non assicurare a tutta la gerarchia sopra di noi che il lavoro sarà svolto rapidamente, entro la serata, e che tutti ne saranno più che soddisfatti?? Fosse per noi risolveremmo anche il problema dell'inquinamento, la crisi immobiliare negli stati uniti e il fastidioso inconveniente del caro pasta!
Promesse pesantemente al di là della nostra portata che, non appena l'effetto del caffè svanirà, piomberanno nella nostra vita quotidiana in tutta la loro ingestibilità, sedute a gambe incrociate alla nostra scrivania con lo sguardo provocatorio e irridente che dice: e adesso evadimi!

Non evaderemo quelle promesse e nessuno se la prenderà con noi per non averlo fatto. Ma sarà stato bello crederci per qualche minuto, sentirsi promettere ad un amico qualcosa di straordinario e averlo fatto con tutto il cuore, o anche prenderci una responsabilità più grossa di noi che poi, volenti o nolenti, dovremo spezzettare in responsabilità più piccole che gestiremo una ad una nel corso di mesi e mesi (e non entro la serata, come avevamo pensato all'inizio).
Il pomeriggio passerà come era passata la mattina; ci sentiremo contenti, tristi o medi a seconda del periodo che stiamo attraversando, torneremo a casa a cenare con la minestrina e purtroppo, dopo dieci minuti dalla fine del pasto, non succederà nulla. Sarà tutto così...uguale. Andremo a nanna e sogneremo di quello che potremmo fare se solo ci dessero abbastanza mezzi e abbastanza caffè. Altro che superman.

Ma queste sono le gioie e i dolori della gioia del caffè.

post scriptum Sento di chiudere questo post con una domanda che mi gira in testa da tanto tempo, e alla cui risposta affermativa non mi riesco a rassegnare: ma siamo proprio sicuri che la visione più giusta, quella davvero equilibrata e realista della vita sia quella che abbiamo nei 60 x 24 - 5 = 1435 minuti della giornata in cui non viviamo la gioia del caffè? E se il mondo fosse in realtà come ci appare in quei cinque minuti di esaltazione, di ottimismo, di coraggio?
Ci dobbiamo pensare bene prima di dire di sì.

1 commento:

  1. Un po' di George per renderti il caffè ancora più gradito:
    http://www.youtube.com/watch?v=DfyeXrdZZ1o

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