Credo di aver capito finalmente come deve essersi sentito vitangelo mostarda la mattina in cui la moglie gli fece notare che il suo naso pendeva a destra.
L'altro giorno chiacchieravo con la mia amica laura, la quale mi raccontava che pochi giorni prima chiacchierava con la nostra amica silvia - un'altra silvia, non io - della loro comune amica silvia - stavolta sono io - e che, chiacchierando (porca la miseria, le donne chiacchierano veramente troppo: ho già utilizzato il verbo chiacchierare 3 volte) è emerso il fatto che io utilizzo sempre l'espressione "così, così e cosà".
Che cosa faccio io?!?!?! Dico così, così e cosà?
Non ci potevo credere.
Non avrei scommesso due lire sulla faccenda.
Se qualcuno mi avesse sottoposto ad un esame in silviologia e mi avesse chiesto una stima del numero di volte che la suddetta utilizza tale espressione nell'arco, diciamo, di una giornata, avrei azzardato uno zero e, apprendo ora, sarei stata bocciata. Per fortuna mi sono iscritta a fisica e non a queste "personologie" improbabili.
Inutile dire che da allora sono stata guardinga e attentissima a monitorare ogni mia conversazione; mi sono spiata, mi sono mentalmente registrata, ho pensato addirittura di ricorrere alle intercettazioni telefoniche per essere al tempo stesso efficace e, come dire?, alla moda e, ahimé, ho constatato che laura e silvia avevano ragione. Non faccio altro che dire "così, così e cosà".
Ma che persona è una che dice "così, così e cosà"? Tutta questa vaghezza, questa mancanza di definizione...Sembra quasi l'argomento di un vigliacco che si lasci aperti i mille, potenziali percorsi che si dipanano nella vita di ogni giorno per non schierarsi, per non opporsi, per non appoggiare.
Ma io non mi sento così (ho detto solo così!!! Niente così e cosà!)! Mi piace prendere posizione, sono litighina, all'occorrenza antipatica, bisticcio e mi arrabbio un sacco. Mi piacciono gli schemi, la chiarezza e uno dei difetti che trovo più deprecabili negli esseri umani è proprio l'ignavia.
Allora c'ho ripensato, ho ragionato meglio e, da brava femminuccia, ho adattato la realtà a ciò che volevo io, giungendo alla conclusione che non è altro che una questione di esaustività.
Ripensando a queste tre parole messe insieme mi sono resa conto che contengono un'infinità di cose.
C'è il mondo dentro che è così e il mondo fuori che può essere tanti cosà diversi; ci sono io che sono fatta così e ci sono tutti gli altri: c'è la gente che sta così così e quella che è veramente felice, senza perdersi per strada neanche i mezzi insoddisfatti che stanno un po' così. Ci sono posti lontanissimi dove il pane si fa così, panetterie da due soldi dove il pane è così così e la panetteria qui sotto casa che invece fa delle baguettes che so' 'na cooosaa, ma 'na cosaaaa...
C'è la giornata di ieri che è stata...così!, e quella frase senza senso che mi ha detto un tizio l'altro giorno sulla metro, ma era solo così, per dire.
C'è la tv educativa della serie televisiva "siamo fatti così", con il nonno globulo rosso che ha insegnato a tutti noi le basi della fisiologia umana.
Ci sono il minestrone, il polpettone e la macedonia, dove si mischiano tutti quei cosi insieme così e cosà e, voilà, l'intruglio è pronto, ma purtroppo non c'è il profiteroles perché quello richiede una procedura ordinata e non possiamo buttarla in caciara.
C'è la politica che in italia è così così, dove una parte dice così e l'altra cosà, ma quando chiedi di spiegare ti rispondono in ogni caso che faranno "così, così e cosà" e poi risulta falso pure quello.
C'è la lingua italiana e forse anche un po' il francese; il tedesco no.
Ci sono le scuole elementari - si fa così! - gli stati d'animo - sto così così - e i nomi dei negozietti di una volta che ormai stanno scomparendo - "cose così".
Insomma, c'è tutto (tranne il tedesco e il profiteroles).
Volevo solo essere completa. Per una questione di democrazia, diciamo così (così e cosà).
Eccola là. L'ho rifatto.
Aggiungo solo qualche dettaglio su come è uscito fuori il discorso con Silvia (l'altra).
RispondiEliminaDato che siamo femmine chiacchierone, il "così, così e cosà", che è contagioso, si è trasmesso dal tuo linguaggio al mio.
Silvia mi ha tanata subito: "Ma questo lo dice sempre Silvia!".
Oddio, non si capisce niente con tutte queste Silvie, anzi...Silvia, Silvia e Laura!
Essendo Silvia2 (ovvero la silvia chiamata in causa da Silvia1) mi sento in dovere di replicare.
RispondiEliminaIl così così cosà risale ai tempi della Vernole (con questo termine si indica il periodo degli ultimi anni 90 e i primi del 2000; ora siamo nell'epoca della Vernole bianca). Quando l'allora giovane pecorella parlando di tante cose ci ficcava in mezzo sempre 'sto così, così, cosà. Del tipo: "...e allora gli ho detto che non andava bene e così, così, cosà non è possibile continuare in questo modo" (discorso estrapolato dai ricordi dell'esperienza di silvia1 con la donna sciacquone). Ovviamente il così, così , cosà veniva inserito solo in discorsi non attinenti alla Fisica. Devo dire che mi piaceva molto anche perché Silvia1 lo ha sempre detto in modo molto bello e rendeva la conversazione estremamente piacevole. Nel periodo della Vernole bianca, invece, l'ho sentito utilizzare da Laura (nota invece per il suo salutino con la manina ad altezza toracica, che corrisponde alla mia altezza occhi, così che potessi vederla) e la cosa mi ha sorpreso! Ci sono cose che appartengono a persone precise, così come mi avrebbe sorpreso vedere Silvia1 salutare in maniera "lauresca". Da allora Laura non lo ha più fatto, e Silvia1 dopo averlo saputo è entrata i crisi. A volte dovrei stare zitta.