domenica 11 luglio 2010

l'animaletto domestico dell'oracolo di delfi - il polpo paul

Se gli organizzatori del mondiale South Africa 2010 l'avessero saputo prima, senz'altro il simbolo della competizione non sarebbe stato un omino stilizzato che calcia in rovesciata un pallone sullo sfondo dei colori della bandiera sudafricana, ma un tentacoloso polpo aggrovigliato ad un pallone che innalza con uno dei suoi tentacoli la coppa del mondo.
C'è poco da fare, volenti o nolenti il polpo Paul ha conquistato la ribalta con le sue predizioni e, sebbene la coppa del mondo sia ora in terra spagnola, sarà lui che passerà alla storia come il vincitore morale di South Africa 2010.
Prima di lasciarmi andare alla sudditanza psicologica (con la devozione incondizionata che ne consegue) per questo animaletto eccezionale, vorrei soffermarmi su quella che, a mio avviso, dovrebbe essere una delle domande principali per chiunque si affacci nel fantastico mondo dei miracoli di Paul, ma che, non so perché, invece nessuno sembra porsi. Ovvero: ma come diavolo è cominciato tutto questo?
Mi spiego meglio. Da brava italiana so che cosa sia la superstizione mondiale, la sacralità dei rituali anche nei loro aspetti più improbabili e le inaspettate strategie propiziatorie che le menti del nostro popolo colorito riescono ad elaborare in concomitanza delle partite storiche della nazionale, ma mai, mai e poi mai riesco a concepire come sia possibile che un tizio che, svegliatosi la mattina di una giornata in cui cadeva una importante competizione per la sua squadra (la germania, in questo caso), decidesse di porre fine immediatamente al mistero, si risolvesse, a tal fine, ad interrogare un polpo di un acquario in uno zoo sottoponendogli del cibo chiuso in contenitori trasparenti drappeggiati dalle bandiere delle squadre sfidanti. La procedura è quantomeno poco intuitiva.
Parlando con marco di questo argomento, questi ha realisticamente suggerito che la procedura sia stata definita alla fine di una serata a base di alcool da una cricca di crucchi ubriachi (wow, un fonosimbolismo!) che, per sapere in anticipo come sarebbe finita la partita della loro altrettanto crucca nazionale, si sono guardati e si sono detti: interroghiamo un polpo!

E va be', accettato questo mistero non c'è che farsi suggestionare dalle eroiche gesta di Paul, che senza paura sfida la sua stessa possibilità di sopravvivenza e pronostica coraggiosamente l'uscita di scena dai mondiali del suo paese ospitante, la germania.

In italia poche voci pubbliche sanno essere altrettanto coraggiose, e dunque tutti noi ne siamo suggestionati.

Il fatto è che il polpo piace.
E' lì nella sua vaschetta, incorruttibile, sceglie senza paura e poi, dopo la crudele (o dolce) sentenza, torna a sonnecchiare sui suoi scogli attendendo sereno la comparsa di eventuali sicari vendicatori.
Il polpo è inoltre figura attuale. Nell'immaginario collettivo italiano evoca la piovra, e quindi pone in primo piano problemi sempre attuali nel nostro scenario politico-sociale quali la mafia, che una serie televisiva di un paio di decenni fa associava a questo animaletto parente di paul.
Il numero enorme di tentacoli è anch'esso chiaro richiamo al sistema corruttibile italiano e cita con coraggio la capillarità delle reti clientelari che deturpano e indeboliscono ogni giorno la nostra società, e rendono quindi paul figlio del suo tempo e rappresentante innocente dell'insanità del momento in cui vive.
Come proponeva ieri dario, forse l'altra sera casillas avrebbe dovuto alzare al cielo il polpo, non la coppa, o, ancora meglio, avrebbe dovuto baciare appassionatamente la sua bella facciona oblunga e non quella della sua affascinante fidanzata giornalista. Minimo minimo sarebbe stata auspicabile una invasione di campo di paul, anziché del nostro folcloristico connazionale pro-cassano che ci ha fatto fare la nostra solita, affezionata e immancabile figura da peracottari.
E va be'.

In rete sono circolate diverse teorie sulle modalità con cui paul elabora i suoi pronostici, ma non voglio sofferarmi sull'argomento perché preferisco preservare il fascino della circostanza per cui un polpo è più bravo di mille esperti a predire i risultati delle competizioni mondiali, piuttosto che lanciarmi in intellingenti considerazioni sulla disposizione delle squadre nella vaschetta, sui colori delle bandiere etc. Certe divinità vanno amate bovinamente, senza domande di sorta, con puri tripli salti mortali di fede. E paul non merita nulla di meno che questo amore incondizionato, perché ha rallegrato, almeno a noi italiani, un triste mondiale passato per tre partite ad aspettare che la nazionale cominciasse a giocare sul serio a pallone, e per le altre a gufarla alla germania a causa del video che tre dei suoi sbronzi tifosi avevano diffuso prima del mondiale su internet, augurando la sconfitta all'italia. Come diceva giustamente zucconi su repubblica, l'altro giorno: chi gufa sarà gufato. E paul ci ha vendicato.

Piccolo scoop in diretta. Proprio mentre sto scrivendo questo post, leggo su repubblica online che l'istruttrice del polpo ha rivelato interessanti retroscena sulla storia di paul, spiegando che paul è italiano - toscano, in particolare - e che proviene dall'isola d'elba.
Ecco spiegato il mistero.
In italia non solo cani e porci si intendono di calcio, ma pure abitanti del mondo sottomarino che, impossibilitati dal caos proveniente dalle terre emerse a vivere in pace la loro umida vita, di domenica pomeriggio (e ora pure sabato sera, e mercoledì sera, e a volte martedì etc), hanno deciso di interessarsi del business del calcio e di provare a capirci qualcosa anche loro per prendere parte alle discussioni.
Forse Paul, in quanto toscano, è della fiorentina e prandelli è stato una sua dritta.

Mi permetto di chiudere il post con un invito: la snai dovrebbe adottare l'icona di paul come suo simbolo. Un polpo che, penna al tentacolo, compila una schedina mentre dietro di esso si ammassa una folla di scommettitori domenicali che cercano di carpire i suoi pronostici al fine di poterli usare per arricchire le loro tasche.
Non solo: la figura di paul andrebbe aggiunta ai profeti che secoli di storia occidentale hanno tramandato fino a noi. La pizia, l'oracolo di delfi, tiresia, la sibilla cumana...e infine paul che, se tanto ci dà tanto, è la versione attuale del saggio che guarda lontano nel tempo, e che incarna la saggezza e il meglio dell'umanità ad esso contemporanea. Se la componente divina della grecia classica si traduceva in tiresia o nell'oracolo di delfi, quella dei primi italici nella sibilla cumana, quella dei francesi del '500 in nostradamus, la nostra si traduce in...un polpo, che infila tentacoli dove può per procacciarsi il cibo e se ne frega di tutto e di tutti. Direi che ci facciamo un figurone: agli occhi dei fottutissimi posteri che stanno sempre a mettere pressione risulterà che siamo davvero un popolo fico che nulla ha da imparare dal mos maiorum o da genti varie passate o future.

1 commento:

  1. All'epoca degli antichi Romani gli stregoni squartavano gli animali per leggere il futuro nelle loro viscere. Nonostante i progressi della scienza gran parte dell'umanità non ha progredito di molto.

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