mercoledì 9 giugno 2010

l'astuzia e il commovente coraggio dei pallini gialli

L'altra mattina mi sono svegliata molto stanca. Sebbene la notte avessi riposato abbastanza bene, la stanchezza accumulata nell'ultimo periodo è tale che difficilmente può essere smaltita in una notte di sonno.
Nonostante la fatica, mi sono alzata, ho messo su l'acqua per il tè, ho avviato il pc...e mi sono resa conto che avevo qualcosa di inconcluso in testa, come se mi fosse sfuggita una riflessione importante che stavo facendo e che non avevo portato fino in fondo, o come se avessi dimenticato qualcosa di bello che mi piaceva rigirarmi nella mente ma che, in quel momento, era fuggito via.
Proprio mentre stavo spalmando il miele sul pane...tac! ecco che mi è apparsa splendente e ben definita, proprio al centro del cervello, la causa di quella insoddisfazione mattutina: il sogno che stavo facendo e che il suono della sveglia aveva interrotto proprio nel momento di massimo pathos narrativo.
La prima parte del sogno si svolgeva in una specie di enorme villa: accedevo ad essa attraverso un bellissimo giardino pieno di fiori e fontane e, quasi istantaneamente, mi ritrovavo a guardare l'ingresso dell'edificio stesso dall'interno, da una sorta di stanza che dava nella sala informatica in cui erano situati tre pc neri.
Ora, il fatto curioso della faccenda era che i capi della villa erano tre grandi cagnoni neri e, dato che avevo bisogno di un account in uno dei computer lì presenti, dovevo rivolgermi ad essi perché mi abilitassero all'utilizzo di una di quelle macchine.
Don't worry, il fatto di dovermi rivolgere a tre cani per avere un account su un pc non mi preoccupava: sono cose che capitano quotidianamente. Tutto sta nel sapersi comportare.
Proprio mentre mi muovevo per cercare i cani ed avere l'account...lo scenario cambiava rapidamente e mi trovavo su una spiaggia ai piedi di quello che credevo fosse il relitto di una grande nave.
Ora, si scopriva che in realtà tutta questa storia di cani era una grandiosa lotta tra titani (o dèi o roba simile) che volevano conquistare il mondo e che mettevano in pericolo l'umanità, e che i cani, insieme con mia zia, stavano cercando di capire come gestire la situazione.
Ad un certo punto, però, si capiva ancora meglio e si scopriva che in realtà degli umani non ce ne fregava nulla, e che i veri protagonisti erano dei piccoli pallini gialli di mezzo centimentro di diametro, creature vive e intelligenti che avevano una faccetta - meglio: erano solo una piccola, tonda faccia gialla -, dei sentimenti e dei pensieri, e che erano in pericolo perché una specie di dio del cielo, che in quel momento, però, stava facendo il bagno nell'oceano e in pochi minuti si sarebbe messo a prendere il sole sulla spiaggia, voleva distruggerli tutti e far estinguere la loro specie.
I pallini gialli non ci stavano.
Saranno pure stati pallini ma avevano una enorme dignità e forza d'animo.
Con mio grande stupore, nonostante il supposto risentimento che avrebbe, a mio avviso, dovuto monopolizzare il loro cuore, vedevo allora che piano piano si facevano gentili e carini e andavano dal dio del cielo che prendeva il sole (ora non più sulla spiaggia, ma sospeso a pochi metri nell'aria, a penzoloni su una nuvola) ed erano gentilissimi con lui: gli chiedevano se avesse bisogno di qualcosa, se voleva un gelato, se potevano far qualcosa per allietarlo...Insomma, risultavano amabili e disponibili.
A quel punto io rimanevo molto perplessa e pensavo che era strano, tutto questo, perché visto che era in pericolo il loro universo avrebbero potuto pure essere un po' incazzati col dio del cielo che voleva distruggerli, invece sembravano docili e mansueti e non si preoccupavano di nulla.
Fatto sta che, proprio mentre mi abbandonavo a queste riflessioni, vedevo che tutti i pallini gialli, che prima volavano all'altezza della nuvola dove prendeva il sole il dio del cielo, rivolgevano i volti verso il basso e cominciavano a scendere (per svolgere eventuali compiti richiesti dal dio, pensavo io che sono ingenua e mi faccio fregare sempre da tutti, extraterrestri, animali o forme geometriche che siano) ma, proprio in quel momento...le loro facce si trasformavano, assumevano un'espressione terribile...e si precipitavano con una furia incredibile verso il basso, dove atterravano producendo una nuvola enorme di granelli di sale bianchi bianchi, che, si capiva (il collegamento è ovvio, come non pensarci) avrebbe avvolto il dio del cielo e lo avrebbe distrutto.
Tiè.

Proprio in quel momento, mentre mi pregustavo la scena epica in cui il dio del cielo sarebbe stato sciolto o non so cosa dal sale dei pallini gialli, nel momento subito prima della comprensione, quando la mente è tutta tesa ad assaporare il gusto della scoperta...ho cominciato ad avvertire un suono alieno, inadatto, e mi sono chiesta: ma che davvero ho lasciato il cellulare acceso in un momento così epico? Davvero sono stata così indelicata?
...Ma poi ho capito che il suono era più reale dei pallini gialli, che la vita vera era quella a cui si riferiva la sveglia e che toccava lasciare questo paradiso di giustizia per andare a fare colazione.

Stasera mi vado a comprare le M&Ms e faccio loro un altarino.

2 commenti:

  1. Mi è rimasta la curiosità di sapere come avresti chiesto l'account ai tre cani...
    Se stanotte c'è la seconda parte fammi sapere!

    RispondiElimina
  2. ci credo che rei stanca!! senti ma io voglio sapere come va a finire!!! Ti prego creami un finale!! sei sempre bravissima!!!

    RispondiElimina