giovedì 11 febbraio 2010

a love story

È proprio vero che paris è la città dell'amore.
Pensavamo che laura fosse venuta per rilassarsi, per vedere le sue care amiche, per fare shopping o visitare la tour eiffel e invece no, era tutto scritto nel destino, le forze cosmiche già cooperavano per realizzare il loro disegno amoroso, sfruttando noi povere ingenuee, vittime della stupida illusione del libero arbitrio, per attuare i loro porci comodi.
La terra tutta ha girato in questi ultimi mesi per far incontrare, in una fredda domenica invernale di paris - anzi, no, di thiais, piccolo paesino a sud della capitale, che ospita una delle tante istanze terrestri di ikea (non mi sento di escludere che essa esista anche sul pianeta degli alieni) - ben e juliette, destinati ad un amore profondo e ad un futuro di passione in questo mondo complicato e sottosopra.
Qualche insensato definirebbe ben una pupazza, un inutile pezzo di stoffa pieno di altrettanto inutili pezzi di gommapiuma - guardate che sto rischiando la vita dicendo queste cose, quindi abbiate il buon gusto di seguirmi e di figurarvi con attenzione tutto ciò che vi descrivo - ma commetterebbe un grosso errore. Ben è una bellissima giraffina di pelouche di ikea (ci vedete insieme in una delle foto in basso), e ha dentro di sé un mondo pieno ed insospettabile.
L'ho incontrato per la prima volta da ikea, in un cestone pieno di tanti suoi simili: ci siamo visti, ci siamo piaciuti - si sa come vanno queste cose - e ho deciso di comprare il suo cuore. A dire la verità lui e il suddetto cuore erano dati via con lo sconto, ma questo non sminuisce la passione che mi ha spinto e ciò che dopo è nato tra noi.
Proprio mentre io conquistavo/acquistavo ben, laura ha fatto altrettanto con juliette, che però - le è stato chiaro fin dall'inizio - il destino non aveva destinato a lei ma alla nostra amica e compagna di avventure ilaria; laura, da donna di mondo qual è, si è adeguata al suo ruolo di intermediaria e, senza storie o drammoni, ha portato juliette a quest'ultima.
Il resto lo potete immaginare: quando ci siamo ritrovate tutte e tre da starbucks e ila ha tirato fuori dalla busta juliette, eccola là che ben - che tenevo tra le braccia - si è subito scosso, smosso, turbato, e alla di lei vista la sua vista si è annebbiata ed è caduto a terra vittima dell'emozione.

Che bella storia!

Sì, ma non è tutto. Il dettaglio numero uno è: perché la giraffina si chiama ben? Chi mi frequenta in questo periodo sa del drammone che è in corso dentro di me, per cui, per la prima volta in vita mia, mi trovo a subire il fascino di un cattivo. Tutto è cominciato quando, sotto natale, i miei cari amichetti hanno creato una pressione psicologica ed una tale curiosità in me riguardo alla fortunata serie lost, che, tornata a parigi, ho cominciato a vedermela. Dopo qualche inciampo iniziale dovuto alla mia paura di trovarmi di nuovo intrappolata nel complotto alieno, mi sono fatta prendere dai casi di quei poracci e...mi sono invaghita del loro nemico numero uno, benjamin linus: si prende gioco di loro, li manipola, ha fatto fuori un bel po' di gente ma...è il mio eroe! Lo trovo bello, affascinante, interessante e dolce. Dirò di più: guardandolo intuisco il passato profondo e avvincente che ha dietro, e mi faccio avvolgere dal suo fascino e dagli intriganti ammiccamenti del suo vissuto.
Il caso - meglio: gli sceneggiatori di lost - vuole/vogliono che ben sia innamorato di tale juliet, per la quale una sera ha preparato un arrosto fantastico, e con la quale è dolce e premuroso, tanto da ammazzare gli altri suoi spasimanti e averla intrappolata lì con lui per tre anni. Insomma, un uomo da sposare.
Non capisco proprio perché le mie amiche femmine - laura in particolare - non supportino questa mia passione. Oltretutto, ben è raffinato, acculturato, suona il pianoforte, cita uomini e topi a memoria e accoglie le donne con i fiori. Non venite a dirmi che è poco.
Va be', nel frattempo ammazza gente e manipola innocenti, ma si sa che queste cose possono capitare, in una relazione amorosa.
Insomma, ho deciso di celebrarlo con la giraffina, e subito essa è diventata la mia versione personale di ben, con tutti i suoi poteri e le sue capacità.
Mentre, al tavolino di starbucks, discutevamo con ilaria il nome della sua giraffa, questa, sentita la nostra storia riguardo all'origine del nome ben, si è subito dimostrata entusiasta all'idea di chiamarla juliette (ha voluto francesizzare juliet): probabilmene ha capito che non è il caso di contrariare ben e ha accettato di buon grado il battesimo.
I due si sono fidanzati immediatamente, e tutto sarebbe stato perfetto se solo ilaria non avesse pensato bene di rompere l'idillio dicendo seduta stante che quello sarebbe stato un fidanzamento in bianco.
Al suono spinoso di queste parole ben, da uomo che sa stare al mondo, ha chiesto la mano di juliette. Questa ha accettato, tra la grande emozione di entrambi e di me, ilaria, e laura, che in fondo siamo mamme e madrine dei due piccioncini (che schifo, ho nominato i piccioni) e che abbiamo a fatica mascherato la commozione.

Come ci insegnano la storia e la vita, però, non ogni aspetto delle cose può essere semplice, e l'ostacolo principale che intravedo nei prossimi, felici mesi di preparativi è il pessimo carattere di ben.
Per quanto riguarda me, a dire il vero, non ho grandi problemi: ben mi vuole bene e sa che mai gli mancherei di rispetto. Chi veramente scherza col fuoco è laura, che si ostina a maltrattarlo e a diffamarlo, per giunta davanti a estranei.
Facciamo un esempio e mettiamo a tacere ogni scetticismo. Domenica sera, mentre ci accingevamo con laura a guardare una puntata di lost, questa ha pensato bene di farmi trovare ben incastrato a testa in giù sulla testiera del letto. Le toglieva spazio, ha detto.
A nulla è valsa la mia corsa frenetica per liberarlo e per ristabilire la distribuzione spaziale delle sue stoffe e della sua gommapiuma: il danno ormai era fatto e ben si era segnato tutto.
Il giorno dopo, guarda un po', laura aveva l'aereo alle sette di mattina, e si è quindi alzata alle 4:45 per essere in tempo ad orly.
È uscita nel freddo di parigi, ha corso per prendere il bus, è arrivata alle 6:15 nell'aeroporto abbandonato dell'alba e...ha scoperto che il volo era in ritardo e che sarebbe partito alle dieci. Alé.
Qualcosa mi dice che la prossima volta terrà le mani a posto.

Per il resto, nonostante l'entusiasmo e la felicità in vista del lieto evento, nei prossimi mesi ilaria ed io saremo molto indaffarate con l'organizzazione del matrimonio del secolo, e verremo senz'altro sottoposte ad un forte stress mentale ed emotivo: ben è esigente ed ogni dettaglio è importante, e né lei né io abbiamo intenzione di fare una brutta fine perché, che so, scegliamo i tovagliolini del colore sbagliato o il salmone arriva freddo in tavola.

3 commenti:

  1. volevo solo aggiungere che mi sa che ben si è fatto un po'fregare... juliette non ha un euro di dote!!!
    quindi gli tocca pagare pure il matrimonio... famme sape'se gli va bene... ;-)

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  2. Pecorella una curiosità piccola piccola: Ma sei proprio sicura sicura che Ben non sia un alieno? Lo sai sono sbdoli e malvagi...e se lo avessero rimpiazzato per sorvegliarti e una di queste notti rapirti? Fai attenzione, mi raccomando. Tutto questo "idillio" dell'incontro Ikea un pò mi puzza di alieno XD Baci a presto.G

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  3. Dodo` si e` fidanzato invece con Leo, il leoncino giallo di IKEA... che poi, se non ci fosse stato scritto da qualche parte che trattavasi di un leoncino, vorrei proprio sapere in base a quale impercettibile dettaglio del pupazzetto si sarebbe dovuto capire che si trattava di una gommapiumesca rappresentazione di un felino!

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